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"Per me si va nella città Dolente, per me si va nell'Eterno dolore, per me si va fra la Perduta gente.."

mercoledì 29 dicembre 2021

Mungitura di maggio

Non mi sono mai divertita tanto...
Una mano sul suo inutile cazzetto, e l'altra su verse... Tolti persino i centesimi.
Dopo la maxi mungitura gli ho detto di levarsi dai piedi e tornare dalla famiglia. Scrupoli in merito? Nah.

Il tutto nel giro di pochi minuti.
Fucked and abandoned.
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Perché è giusto così. 

Nano da giardino

Mi ero da poco trasferito in provincia di Brescia per motivi di lavoro. Una delle primissime cose che feci fu quella di contattare 
Imperatrix Rossanna. Era il mio sogno, si perche seguivo già da tempo i suoi interventi sui forum a sfondo femdom, amai da subito la sua 
presentazione, nella quale si descriveva viziata e di indole sadica e poi c'erano le sue foto allegate: alta, imperiale, giunonica, la Dea 
dei sogni di un piccolo schiavo basso ed esile come me. Più la leggevo e più rosicavo a causa della grande distanza che ci separava. Poi 
arrivò la grande occasione e non potevo crederci, mi ritrovai a circa 40 km da Lei. Fu cosi che presi in mano in cellulare e fissammo 
l'incontro. Era l'estate del 2015, nei giorni precedenti con uno scambio di messaggi mi descrissi, in maniera tale che potesse farsi un 
quadro generale di me e metterci d'accordo sulle pratiche da effettuare. Arrivò il gran giorno, ero tesissimo e al contempo smanioso di 
incontrarla. Impostai il navigatore in direzione Ostiano, avevo il batticuore, ad ogni km controllavo quanto mancasse ancor prima di 
raggiungerla, partii molto prima per paura di poter arrivare in ritardo all'appuntamento. Entrai nel paese con largo anticipo, la sessione 
era alle ore 14.00 (orario che poi abbiamo sempre mantenuto anche nelle successive volte), parcheggiai vicino la chiesa a due passi dalla 
casa di Imperatrix, feci un giretto ma il tempo scorreva lento. Quando scoccò l'ora prestabilita mi ritrovai davanti la sua porta di legno, 
da cui partivano in sottofondo le note della musica reggeton, preferita dalla Dea. Bussai (come da accordi), ruotai il pomello e fui 
dentro. Mi ritrovai nel corridoio-saletta di questa piccola casa, notai la bandiera della Romania a denotare le sue chiare origini, cosa 
che adoro follemente (essere lo schiavo di una Dea Rumena) e c'era Lei, in piedi alta, svettante sui tacchi, bellissima. il tempo si era 
fermato, il mio desiderio si stava realizzando, potevo vedere dal vivo la Miss che tanto avevo sognato. Aveva un vestitino nero poco sopra 
il ginocchio e con scollatura che faceva intravedre il suo generoso seno che madre naturale le ha donato, indossava un paio di collant 
color carne velatissimi come accordi. Ero inebetito, non sapevo cosa fare, se salutarla, inginocchiarmi o altro. Rimasi quindi fermo, lei 
mi disse: "vieni pure"ma con un tono deciso. Mi avvicinai e potetti ammirare  da vicino la sua magnifica bellezza. Mi innamorai 
all'istante. Si notava decisamente la differenza abissale tra me nano da giardino, piccolo insignificante essere e Lei portentosa, 
felliniana. Mi ordinò di spogliarmi completamente nudo come un verme, presi l'omaggio e lo misi in bocca, in ginocchio, a 4 zampe mi 
avvicinai a Lei che nel frattempo si era seduta vicino alla scrivania del computer. Le ero davanti come un cane, con il regalo in bocca, mi 
fece attendere cosi per un po. Ero gia in erezione, senza aver ancora minimamente sfiorato un cm della Dea. Mi avvicinò il palmo della mano 
e porsi il dovuto. Quell'azione avrebbe aperto ogni volta l'inizio delle nostre sessioni, sempre! Mi squadrò dall'alto verso il basso con 
fare divertito e incuriosito, io invece ero giu, mi facevo sempre piu piccolo, intimorito da quel suo sguardo pressante su di me. Accavallò 
la gamba, ammirai le sue cosce tornite da quelle calze, mi faceva impazzire, attesi il suo ordine. "Toglimi la scarpa" disse, cosi feci ma 
non mi azzardai a fare altro per paura di sbagliare, "annusala", ci infilai il naso e ci repirai dentro, apprezzai l'odore del cuoio misto 
a piedi, ma io aspettavo proprio quelli, me li fece bramare ancora un po e poi arrivò il momento, mi piantò il suo piede sotto il naso. La 
prima cosa che notai fu l'umidità del sudore che si era impregnata sulla calze, Diedi una sniffata potente, potetti godere di quell'odore 
fortissimo. Avevo chiesto alla Dea che i piedi puzzassero molto, Lei mi avvisò se fossi sicuro di questo e la rassicurai. Non aveva deluso 
le aspettative, in ambito di odori forti Imperatrix è una garanzia. "Non ti sento respirare, forza, voglio sentire il rumore", aprivo i 
polmoni a piu non posso, inspiravo ed espiravo lungamente, per far mio l'odore e toglierlo dai suoi piedi. Quando finii il primo, passai al 
secondo piede. Avevo il fiatone per aver respirato cosi tanto nelle sue estremità, poteva bastare, per ora. Imperatrix era sempre li, 
davanti a me, mi ordinò di avvicinarmi ancora di piu, ero a pochi centimenti da lei, mi prese per i capezzoli ed iniziò il gioco. 
All'inizio erano carezze, carezze di preparazione, poi iniziò a pizzicarli e poi con le unghie a stringere, stringere, stringere sempre piu 
forte. Aveva le unghie non proprio lunghe, ma sicuramente affilate e il dolore iniziò a sentirsi. Avevo dato carta bianca per questa 
tortura, senza l'uso della safe-word e forse iniziai a pentirmene. All'inizio mugolavo, poi i lamenti erano piu insistenti. "Ti fa male 
vero?" disse con la vocina da falsa dispiaciuta e provocatoria, associata alla faccina triste, "Si Dea, fa tanto male" le risposi con la 
faccia da coglione bastonato e lei "Non me ne frega un cazzo!!!" con un tono deciso e severo, "io continuo quanto mi pare"...il dolore era 
fortissimo, i lamenti continuavano e alla mia faccia da sofferente coglionazzo la miss replicava i suoi sguardi severi e crudeli, 
spalancava gli occhi e digrignava i denti per imprimere ancora piu forza nella tortura. "basta la prego" la implorai e lei "cosa??? non 
decidi tu quando fermarmi" e mi pianto uno schiaffone in piena faccia, non sapevo che di li a poco avrei preso una scarica di ceffoni. Con 
i capezzoli che ancora mi bruciavano si passò al trattamento del viso, schiaffi a mano aperta, prima il destro poi il sinistro, poi 
entrmabe insieme sulla mia faccia come a battere 10. Tra uno schiaffo e l'altro potevo vedere il volto soddisfatto della Dea, si stava 
proprio divertendo nel massacrarmi. Era una furia, un treno in piena, mentre se la rideva di gusto, all'ennesivo schiaffo crollai a terra, 
mi riprese per i capelli e mi tirò su, altra dose, avevo la faccia viola. "Guarda che mani rosse mi hai fatto venire, soffia". Soffiai 
sulle mani per darle un po di refrigerio,poi me le mise entrambe sul volto, me lo coprivano completamente "guarda quanto sei piccolo, le 
mie mani comprono interamente la tua faccia". "Alzati" mi ordinò, a fatica mi misi su, si alzò anche Lei. Dopo tutto questo la mia erezione 
era sempre piu forte e gocciolavo, la Dea se ne accorse "Non osare venire, non hai il permesso in questa casa". "No miss, non lo farò 
glielo giuro". In piedi mi sovrastava, a distanza cosi ravvicinata mi sentivo sempre piu microbo, mi guardava dall'alto in basso, le 
arrivavo al seno. "Guarda quanto sei nano, sei proprio un nano da giardino" e rideva e per ridicolizzarmi appoggiò il suo gomito sulla mia 
testa a rimarcare la mia bassa statura rispetto alla stupenda amazzone quale era. "Sono stanca" e stese le sue braccia sulle mie spalle, 
"Reggimi nano", era quasi a peso morto e dovevo concentrarmi per non farla cadere, era un onore poterle fare da mobilio umano. Da quella 
posizione potetti osservare il suo splendido seno, che era imperlato da goccioline di sudore, a causa della foga della Dea e del caldo di 
luglio. Il mio desiderio era quello di poter lavare via quel sudore, ma sapevo che quello era solo un sogno proibito che non si sarebbe mai 
realizzato. lo sapevo io come lo sapeva Lei che si divertiva cosi tanto a provocarmi e farmi soffrire con le sue curve, una sorta di tease 
and denial mentale. Mi fece stendere a terra e si sedette sulla mia pancia. "Peso?"..."no Dea" risposi con immane sofferenza nel reggerla e 
Lei "ah ecco, sei tu che sei una mezza sega". Cambiò posizione, e le facevo contemporaneamente da sedia e poggiapiedi umano. Soffrivo si, 
ma ero cosi felice di reggere il suo corpo, di essere sotto il suo corpo. Poi si sedette sul divano e da li, a 4 zampe le feci da 
poggiapiedi mentre si rilassava, come giusto che fosse, rimasi così per un po e le ginocchia cominiciarono a cedermi, erano diventate rosse 
e bruciavano. Mi fece rialzare, bramavo di poterle annusare le ascelle, ma era un onore che non potevo godere dalla fonte, per cui si 
asciugò il sudore che aveva sotto le ascelle con la mano e me la mise sotto il naso. "Annusa, vedi come sono buone", puoi annusarle solo 
cosi".
Mi prese per un orecchio, mi trascinò per tutta la stanza, avanti e indietro, prima il destro, poi il sinistro, lei davanti, io dietro a 
seguirla, con le orecchie che si facevano sempre piu rosse e sempre piu calde, come un somaro, poi me le prese entrambe contemporaneamente 
e tirava sempre piu forte, sbatacchiandomi da una parte all'altra, ero un burattino nelle sue mani, io soffrivo e lei rideva di gusto. Come 
era bello far ridere la Dea, la cosa fondamentale per me era che si divertisse. La sessione volgeva ormai al tramonto, mentre ero in 
ginocchio ad adorarle i piedi mi disse: "rivestiti nano". Quella sua affermazione detta cosi dal nulla, mi fece capire quanto fosse potente 
e quanto io fossi insignificante davanti a lei. A malincuore in piena erezione, con un senso di frustrazione enorme in me, mi rivestii. Il 
senso di frustrazione, nato dalla freddezza disarmante con cui la Dea mi aveva liquidato, mi faceva sentire una vera e propria pezza da 
piedi, un oggetto usato e buttavo via quando ormai non serve piu, usato solo ed esclusivamente per far divertire la Dea. Tutto ciò  non 
faceva altro che aumentare il mio desiderio di servilismo per Imperatrix. Ringraziai la Dea per il trattamento che mi aveva riservato e le 
dissi che non vedevo l'ora di poterla rivedere ancora. Il mio cervello era suo. Nel tragitto di ritorno continuavo a pensare a Lei, alla 
sua bellezza e ai momenti vissuti insieme, facendo il conto alla rovescia dei giorni che mi separavano dall'essere ancora una volta 
prostrato davanti a Lei.

Seviziando Max C.

L’Imperatrice desiderosa di mangiare Sushi mi contattó telefonicamente e mi disse di tenermi libero per il giorno dopo perchè la voglia di cibo giapponese era tanta ed io dovevo assecondare le Sue voglie. Wow, pranzerò al tavolo con la Dea, pensai io, sono proprio fortunato e mi liberai dai miei impegni per assecondare un suo ordine. C’era però un problema che mi assillava, io non mangio pesce figuriamoci se mangio pesce crudo. Fra me e me pensai che avrei eventualmente scelto cibo cinese, di solito in questi ristoranti orientali cucinano sia cibo giapponese che cinese. Questo è vero ma non avevo fatto ancora i conti con Imperatrix Animas. L’appuntamento era previsto alle 11,30 davanti alla casa della Dea. Arrivai in anticipo ed aspettai l’ora esatta per confermare il mio arrivo alla Domina. Uscì di casa, era uno schianto, bella più che mai con i suoi occhioni che ogni volta che li guardo me ne innamoro. Con passo deciso si avvicinava a me che ero sceso dall’auto per aprirle la portiera. Mentre era a pochi metri da me mi fece inginocchiare e mi fece baciare le sue scarpe. Solo dopo aver baciato entrambi i piedi mi diede il permesso di rialzarmi e di salire in auto. Direzione Cremona, al ristorante scelto dalla Dea. Il viaggio in auto duró circa una mezz’ora e durante il tragitto la Divina Imperatrice mi aveva assolutamente vietato di guardarla, non dovevo togliere lo sguardo dalla strada. La cosa non era semplice perché era impossibile non ammirarla in tutta la sua bellezza ed eleganza. Purtroppo sono caduto in tentazione e i miei occhi hanno incrociato il suo sguardo. Non l’avessi mai fatto. La Domina indispettita della mia mancanza mi prese la mano e mi morsicò tra il pollice e l’indice. Un dolore attroce, mi scesero le lacrime dagli occhi dal male che stavo provando. La Dea non mollava la presa e il morso duró una decina di secondi, ma  per me quei secondi sembravano un eternità. Avevo l’impressione che i suoi denti fossero entrati nella mia pelle. Per fortuna no ma l’impronta del morso era ben visibile. 
Arrivammo al ristorante, la cameriera che ci accolse ci fece accomodare nel salone inferiore della struttura. Una lunga scala tipo fiabesca ci condusse nella sala e prendemmo posto in un tavolino abbastanza appartato in fondo alla sala. Il ristorante era lussuoso e arredato di buon gusto. Il posticino che ci avevano riservato era molto intimo, mi piaceva molto e feci i complimenti alla Dea per la scelta del ristorante. Sfogliammo il menù che avevamo sul tavolo e feci presente alla Domina che non gradivo il pesce crudo pertanto avrei optato per involtini primavera e gnocchi di riso con verdure. La Dea è stata categorica, “se non mangi sushi, allora non mangerai affatto”. Non tollerando per niente il pesce, decisi di ascoltare il consiglio della Domina e quindi il mio piatto rimase pulito nonostante il mio stomaco brontolava dalla debolezza. La Dea si gustava il suo sushi ed io la guardavo con l’acquolina alla bocca. Ad un certo punto la Divina attirò l’attenzione dei commensali facendo cadere ripetutamente le posate che erano sul tavolo. Quando ha capito di avere l’attenzione di alcune persone, buttó a terra un’alga che aveva nel suo piatto e con voce alta e ferma mi disse:” raccogli e mangia questa è verdura non pesce” nell’imbarazzo più totale e con occhi che mi guardavano raccolsi quell’alga e la misi in bocca. Ero sprofondato dalla vergogna ma non potevo contraddire la Dea, il suo morso mi era rimasto impresso e non ne volevo un’altro. Il pranzo volge al termine e mi accingo a pagare il conto. La Dea mi impone di lasciare la mancia perché il cibo era buono. Prima di ripartire ci fermammo nel piazzale del ristorante a parlare del più e del meno e scopro che la Dea è appassionata di Moto. Salimmo in auto e mi dirigo verso l’abitazione della Dea, ma ad un certo punto l’Imperatrice mi fece cambiare direzione e mi disse che prima di tornare a casa avrebbe dovuto acquistare qualcosa al supermercato perché alla sera avrebbe avuto ospiti a casa sua. Mi disse di non prendere il carrello perché avrei tenuto in mano tutto io. La Dea cominció a riempirmi di prodotti e sinceramente facevo fatica a tenere tutto tra le mie braccia. La Dea con il sorriso sulle labbra si avvicinò e mi sussurrò in un orecchio: “se fai cadere qualcosa, ti ammazzo. Hai capito?” La sua voce sussurrata mi provocó un brivido lunga la schiena. Ero sicuro che non mi sarebbe caduto nulla per terra, tenevo tutto per bene stretto tra le mie braccia. Questa mia convinzione però duró poco, perché subito dopo avermi sussurrato quella minaccia, incomincio a strizzarmi i capezzoli e tirarmi pizzicotti. Purtroppo nonostante tutti gli sforzi che feci per non mollare la presa, dopo l’ennesimo pizzicotto le mie forze cedettero. Chiesi infinitamente scusa ma dallo sguardo dalla Dea capii che le mie implorazioni non sarebbero servite a nulla. Raccolsi tutto e su ordine della Miss ci dirigemmo alla cassa. Pagai la spesa e portai le borse in auto a testa bassa. Aprii la portiera alla Dea la feci salire e partimmo per ritornare a casa. Pensavo di averla scampata quando dopo qualche metro mi disse: “fermati qui”. Il suo viso si fece serio, il sorriso era sparito e da lì capii che qualcosa stesse succedendo. Mi fece scendere dall’auto e cominció a tirarmi pizzicotti, poi strizzate di capezzoli. Le sue mani si fecero più pesanti, incominciarono arrivare sberle da tutte le parti, per poi passare a ginocchiate nelle palle. Ne ho prese veramente tante, mi aveva veramente distrutto. Messo contro il muro mi prese in mano le palle e cominció a stringere sempre più forte e mi disse “ te le sei meritate, cretino”. Dopo aver ringraziato la Dea per la punizione, salimmo in auto e partimmo verso la casa della Dea. L’Imperatrice mi diede una bella lezione e mi fece capire che con Lei non si può sgarrare. Dopo aver salutato e baciato i piedi della Divina, mi dirigo verso casa pensando ai miei errori e a quante botte ho preso. 
Arrivato a casa mi spoglio per andare in doccia e noto sul mio corpo diversi lividi ed ematomi causati dai pizzicotti. Un grosso problema perché avrei dovuto nascondere a mia moglie tutti quei segni. In casa ero solito girare in mutande e a dorso nudo perché sono molto caloroso e mi piace sentirmi libero. Un vero problema che pensai di risolvere per non farmi scoprire da mia moglie, mettendomi in tuta da ginnastica. Per me era insopportabile rimanere vestito ma dovevo farlo. Naturalmente questo mio comportamento insospettì la mia mogliettina. La situazione mi stava sfuggendo di mano, temevo di essere scoperto da un momento all’altro. La mia sensazione si trasformò in realtà quando uscendo dalla doccia incrociai mia moglie che stava entrando in bagno. Volle sapere che cosa erano tutti quei lividi e mi fece un turpiloquio peggio della FBI. Ho balbettato un po’ prima di inventarmi che avevo avuto un litigio sul lavoro con un cliente che mi doveva dei soldi. La mogliettina andó su tutte le furie perché le avevo nascosto il fatto ma alla fine ci ha creduto o ha fatto finta di crederci perché infondo io sono un buono di natura e non ho mai fatto a pugni con nessuno. Confesso però che dopo le varie paure passate, prima con la Dea e poi con la mogliettina, la situazione mi ha eccitato molto ed ho pensato fra me e me; non tutto il male vien per nuocere.

Non sono un moneyslave, ma...

Non sono un moneyslave, ma mi piace ringraziare chi , in un modo o nell'altro , mi offra un qualcosa, che sia un ottimo intrattenimento , o come in questo caso , Rossanna che mi regala sempre piacevoli momenti di sollazzo solitario, ad alcune sue foto...

Non sono un moneyslave, ma trovo più che corretto, giusto e rispettoso ( oltre che etico) offrire un aperitivo a distanza, ogni tanto , così, a sorpresa, come magari a sorpresa ti spunta la sua foto con quel seno magnifico mezzo scoperto, su quel metro e ottanta di donna...
Non sono un moneyslave, ma mi piace ogni tanto fare piccola sorpresina a qualche amica, quella stessa voglia di magari offrire una birra a qualche persona che ti piace o interessa...
Non sono un moneyslave, ma non ci vedo nulla di male nel pagare per un servizio, come magari avere delle foto, io non l'ho mai chiesto, eppure ho pagato ugualmente perché ne ho usufruito indirettamente, e fatto delle ricchissime seghe..., Perché dai, come fa a non venirti l'ormone assassino dopo alcune sue foto ? ...


Come fottere un 18enne...insieme a mia sorella

Oggi vi racconto la storia di E.

Drenato fino all'ultimo centesimo anche lui.
Conosco E. da forse un paio di settimane, tolta la settimana di assenza 'ingiustificata' in cui è sparito senza più dar segni di vita... L'importante è che oggi sia tornato nuovamente sotto le mie grinfie e quelle di mia sorella. Quanto ci siamo divertite a togliergli tutto.

Aveva iniziato con qualche timido omaggio su verse. 
Poi mi venne l'idea di passarlo a mia sorella, ogni omaggio che faceva a lei, doveva farlo anche a me, aumentato di 10. 

Mia sorella non ne aveva abbastanza, quindi gli ha ordinato di pagarle lo shopping. Ogni cosa che prendeva, mandava la foto, e lui pagava... Arrivando così ad una bella cifra: 600.
E. mi chiese se volessi sfruttarlo per dello shopping o se doveva semplicemente mandare il totale+100 su verse...
Beh che bravo schiavetto.

Ma non è finita lì, presa dall'eccitazione decisi di farmi rimborsare il carrello di amazon. Per poterlo fare doveva indovinare più o meno la cifra esatta del totale.

Gli ho tolto tutto, ma proprio tutto, fino a farlo rimanere a zero, così come piace a me. 
Adoro essere riempita di regali 💸💎💸

Rimani sintonizzato, presto nuovi racconti succulenti su sfruttamenti goduriosi. La mia sete di omaggi non ha fine, ne voglio sempre di più.
Qualche commento sotto il post, nel forum findom che amministro.