Mi ero da poco trasferito in provincia di Brescia per motivi di lavoro. Una delle primissime cose che feci fu quella di contattare
Imperatrix Rossanna. Era il mio sogno, si perche seguivo già da tempo i suoi interventi sui forum a sfondo femdom, amai da subito la sua
presentazione, nella quale si descriveva viziata e di indole sadica e poi c'erano le sue foto allegate: alta, imperiale, giunonica, la Dea
dei sogni di un piccolo schiavo basso ed esile come me. Più la leggevo e più rosicavo a causa della grande distanza che ci separava. Poi
arrivò la grande occasione e non potevo crederci, mi ritrovai a circa 40 km da Lei. Fu cosi che presi in mano in cellulare e fissammo
l'incontro. Era l'estate del 2015, nei giorni precedenti con uno scambio di messaggi mi descrissi, in maniera tale che potesse farsi un
quadro generale di me e metterci d'accordo sulle pratiche da effettuare. Arrivò il gran giorno, ero tesissimo e al contempo smanioso di
incontrarla. Impostai il navigatore in direzione Ostiano, avevo il batticuore, ad ogni km controllavo quanto mancasse ancor prima di
raggiungerla, partii molto prima per paura di poter arrivare in ritardo all'appuntamento. Entrai nel paese con largo anticipo, la sessione
era alle ore 14.00 (orario che poi abbiamo sempre mantenuto anche nelle successive volte), parcheggiai vicino la chiesa a due passi dalla
casa di Imperatrix, feci un giretto ma il tempo scorreva lento. Quando scoccò l'ora prestabilita mi ritrovai davanti la sua porta di legno,
da cui partivano in sottofondo le note della musica reggeton, preferita dalla Dea. Bussai (come da accordi), ruotai il pomello e fui
dentro. Mi ritrovai nel corridoio-saletta di questa piccola casa, notai la bandiera della Romania a denotare le sue chiare origini, cosa
che adoro follemente (essere lo schiavo di una Dea Rumena) e c'era Lei, in piedi alta, svettante sui tacchi, bellissima. il tempo si era
fermato, il mio desiderio si stava realizzando, potevo vedere dal vivo la Miss che tanto avevo sognato. Aveva un vestitino nero poco sopra
il ginocchio e con scollatura che faceva intravedre il suo generoso seno che madre naturale le ha donato, indossava un paio di collant
color carne velatissimi come accordi. Ero inebetito, non sapevo cosa fare, se salutarla, inginocchiarmi o altro. Rimasi quindi fermo, lei
mi disse: "vieni pure"ma con un tono deciso. Mi avvicinai e potetti ammirare da vicino la sua magnifica bellezza. Mi innamorai
all'istante. Si notava decisamente la differenza abissale tra me nano da giardino, piccolo insignificante essere e Lei portentosa,
felliniana. Mi ordinò di spogliarmi completamente nudo come un verme, presi l'omaggio e lo misi in bocca, in ginocchio, a 4 zampe mi
avvicinai a Lei che nel frattempo si era seduta vicino alla scrivania del computer. Le ero davanti come un cane, con il regalo in bocca, mi
fece attendere cosi per un po. Ero gia in erezione, senza aver ancora minimamente sfiorato un cm della Dea. Mi avvicinò il palmo della mano
e porsi il dovuto. Quell'azione avrebbe aperto ogni volta l'inizio delle nostre sessioni, sempre! Mi squadrò dall'alto verso il basso con
fare divertito e incuriosito, io invece ero giu, mi facevo sempre piu piccolo, intimorito da quel suo sguardo pressante su di me. Accavallò
la gamba, ammirai le sue cosce tornite da quelle calze, mi faceva impazzire, attesi il suo ordine. "Toglimi la scarpa" disse, cosi feci ma
non mi azzardai a fare altro per paura di sbagliare, "annusala", ci infilai il naso e ci repirai dentro, apprezzai l'odore del cuoio misto
a piedi, ma io aspettavo proprio quelli, me li fece bramare ancora un po e poi arrivò il momento, mi piantò il suo piede sotto il naso. La
prima cosa che notai fu l'umidità del sudore che si era impregnata sulla calze, Diedi una sniffata potente, potetti godere di quell'odore
fortissimo. Avevo chiesto alla Dea che i piedi puzzassero molto, Lei mi avvisò se fossi sicuro di questo e la rassicurai. Non aveva deluso
le aspettative, in ambito di odori forti Imperatrix è una garanzia. "Non ti sento respirare, forza, voglio sentire il rumore", aprivo i
polmoni a piu non posso, inspiravo ed espiravo lungamente, per far mio l'odore e toglierlo dai suoi piedi. Quando finii il primo, passai al
secondo piede. Avevo il fiatone per aver respirato cosi tanto nelle sue estremità, poteva bastare, per ora. Imperatrix era sempre li,
davanti a me, mi ordinò di avvicinarmi ancora di piu, ero a pochi centimenti da lei, mi prese per i capezzoli ed iniziò il gioco.
All'inizio erano carezze, carezze di preparazione, poi iniziò a pizzicarli e poi con le unghie a stringere, stringere, stringere sempre piu
forte. Aveva le unghie non proprio lunghe, ma sicuramente affilate e il dolore iniziò a sentirsi. Avevo dato carta bianca per questa
tortura, senza l'uso della safe-word e forse iniziai a pentirmene. All'inizio mugolavo, poi i lamenti erano piu insistenti. "Ti fa male
vero?" disse con la vocina da falsa dispiaciuta e provocatoria, associata alla faccina triste, "Si Dea, fa tanto male" le risposi con la
faccia da coglione bastonato e lei "Non me ne frega un cazzo!!!" con un tono deciso e severo, "io continuo quanto mi pare"...il dolore era
fortissimo, i lamenti continuavano e alla mia faccia da sofferente coglionazzo la miss replicava i suoi sguardi severi e crudeli,
spalancava gli occhi e digrignava i denti per imprimere ancora piu forza nella tortura. "basta la prego" la implorai e lei "cosa??? non
decidi tu quando fermarmi" e mi pianto uno schiaffone in piena faccia, non sapevo che di li a poco avrei preso una scarica di ceffoni. Con
i capezzoli che ancora mi bruciavano si passò al trattamento del viso, schiaffi a mano aperta, prima il destro poi il sinistro, poi
entrmabe insieme sulla mia faccia come a battere 10. Tra uno schiaffo e l'altro potevo vedere il volto soddisfatto della Dea, si stava
proprio divertendo nel massacrarmi. Era una furia, un treno in piena, mentre se la rideva di gusto, all'ennesivo schiaffo crollai a terra,
mi riprese per i capelli e mi tirò su, altra dose, avevo la faccia viola. "Guarda che mani rosse mi hai fatto venire, soffia". Soffiai
sulle mani per darle un po di refrigerio,poi me le mise entrambe sul volto, me lo coprivano completamente "guarda quanto sei piccolo, le
mie mani comprono interamente la tua faccia". "Alzati" mi ordinò, a fatica mi misi su, si alzò anche Lei. Dopo tutto questo la mia erezione
era sempre piu forte e gocciolavo, la Dea se ne accorse "Non osare venire, non hai il permesso in questa casa". "No miss, non lo farò
glielo giuro". In piedi mi sovrastava, a distanza cosi ravvicinata mi sentivo sempre piu microbo, mi guardava dall'alto in basso, le
arrivavo al seno. "Guarda quanto sei nano, sei proprio un nano da giardino" e rideva e per ridicolizzarmi appoggiò il suo gomito sulla mia
testa a rimarcare la mia bassa statura rispetto alla stupenda amazzone quale era. "Sono stanca" e stese le sue braccia sulle mie spalle,
"Reggimi nano", era quasi a peso morto e dovevo concentrarmi per non farla cadere, era un onore poterle fare da mobilio umano. Da quella
posizione potetti osservare il suo splendido seno, che era imperlato da goccioline di sudore, a causa della foga della Dea e del caldo di
luglio. Il mio desiderio era quello di poter lavare via quel sudore, ma sapevo che quello era solo un sogno proibito che non si sarebbe mai
realizzato. lo sapevo io come lo sapeva Lei che si divertiva cosi tanto a provocarmi e farmi soffrire con le sue curve, una sorta di tease
and denial mentale. Mi fece stendere a terra e si sedette sulla mia pancia. "Peso?"..."no Dea" risposi con immane sofferenza nel reggerla e
Lei "ah ecco, sei tu che sei una mezza sega". Cambiò posizione, e le facevo contemporaneamente da sedia e poggiapiedi umano. Soffrivo si,
ma ero cosi felice di reggere il suo corpo, di essere sotto il suo corpo. Poi si sedette sul divano e da li, a 4 zampe le feci da
poggiapiedi mentre si rilassava, come giusto che fosse, rimasi così per un po e le ginocchia cominiciarono a cedermi, erano diventate rosse
e bruciavano. Mi fece rialzare, bramavo di poterle annusare le ascelle, ma era un onore che non potevo godere dalla fonte, per cui si
asciugò il sudore che aveva sotto le ascelle con la mano e me la mise sotto il naso. "Annusa, vedi come sono buone", puoi annusarle solo
cosi".
Mi prese per un orecchio, mi trascinò per tutta la stanza, avanti e indietro, prima il destro, poi il sinistro, lei davanti, io dietro a
seguirla, con le orecchie che si facevano sempre piu rosse e sempre piu calde, come un somaro, poi me le prese entrambe contemporaneamente
e tirava sempre piu forte, sbatacchiandomi da una parte all'altra, ero un burattino nelle sue mani, io soffrivo e lei rideva di gusto. Come
era bello far ridere la Dea, la cosa fondamentale per me era che si divertisse. La sessione volgeva ormai al tramonto, mentre ero in
ginocchio ad adorarle i piedi mi disse: "rivestiti nano". Quella sua affermazione detta cosi dal nulla, mi fece capire quanto fosse potente
e quanto io fossi insignificante davanti a lei. A malincuore in piena erezione, con un senso di frustrazione enorme in me, mi rivestii. Il
senso di frustrazione, nato dalla freddezza disarmante con cui la Dea mi aveva liquidato, mi faceva sentire una vera e propria pezza da
piedi, un oggetto usato e buttavo via quando ormai non serve piu, usato solo ed esclusivamente per far divertire la Dea. Tutto ciò non
faceva altro che aumentare il mio desiderio di servilismo per Imperatrix. Ringraziai la Dea per il trattamento che mi aveva riservato e le
dissi che non vedevo l'ora di poterla rivedere ancora. Il mio cervello era suo. Nel tragitto di ritorno continuavo a pensare a Lei, alla
sua bellezza e ai momenti vissuti insieme, facendo il conto alla rovescia dei giorni che mi separavano dall'essere ancora una volta
prostrato davanti a Lei.
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